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Coltiviamo il futuro della terra

Lunedi 26 maggio 2014 ore 18 - 20

allo Urban Center di Milano, Galleria Vittorio Emanuele II (angolo Piazza della Scala)

incontriamo

 Claudia Sorlini
 Stefano Bocchi
 Elisabetta Lupotto
     Sylvie Lardon     
Presidente Comitato
Scientifico Expo 2015
Comune di Milano

Università degli Studi
di Milano
Consiglio per la Ricerca e la
  Sperimentazione in Agricoltura
 Institut national de la
recherche agronomique
- AgroParisTech  -   
UMR Métafort Clermont-Ferrand

sostenibilità
biodiversità
ricerca e innovazione
attori territoriali

per conoscere e dibattere gli aspetti scientifici legati alla sostenibilità agricola e alimentare, nel suo rapporto con lo sviluppo territoriale e dei suoi attori e in un confronto tra esperienze tra aree geografiche differenti, francesi ed italiane. Un mondo sempre più globale e inurbato, sempre più caldo e instabile, sempre più popoloso e affamato, chiede nuove soluzioni, nuove sapienze progettuali, tecniche e politiche. Che ruolo può avere la ricerca scientifica nella nuova agricoltura? Che obiettivi ci possiamo dare per salvaguardare biodiversità, sicurezza alimentare, differenti culture e tradizioni alimentari? Come possiamo reinventare il rapporto fra città e campagna?

Moderano: Luca Carra (Scienceonthenet) e Daniele Balboni (Caffè-Scienza Milano)


- è disponibile la video-registrazione dell'evento: vai alla traccia -


E' una collaborazione di Caffè-Scienza Milano con:


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l'Assessorato alle Politiche del Lavoro Sviluppo Economico Università e Ricerca del Comune di Milano

e la partecipazione degli istituti:

                     
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Altre informazioni sugli ospiti del dibattito e i partner del progetto:


Prof.ssa Claudia Sorlini:

http://www.comitatoscientifico-expo2015.org/comitato/claudia-sorlini/ -
Comune di  Milano -
Università degli Studi di Milano -


Prof. Stefano Bocchi:

Università degli Studi di Milano - cv  (in inglese)
Società dei Territorialisti/e -
Format - un Percorso sulla Biodiversità tra Scienza e Arte -


Dr. Elisabetta Lupotto:
C.R.A. - Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura -


Dr. Sylvie Lardon:

Senior scientist al INRA (Institut national de la recherche agronomique) - Département Sciences pour l’action et le développement  e professore associato presso il centro AgroParisTech
E' responsabile del master DNTR "Sviluppo del territorio e nuove ruralità" dedicandosi in particolare alla specialità "Territori, attori, attività" in Clermont-Ferrand, ed è coinvolta nel master avanzato ACTERRA "Azione pubblica per lo sviluppo sostenibile dei territori e dell'agricoltura".
I suoi campi di ricerca sono l'ingegneria territoriale, in collaborazione con professionisti del settore agricolturale, organizzazioni socio-economiche e amministrazioni pubbliche locali. In particolare si dedica allo sviluppo di modelli spaziali qualitativi e il loro uso per costruire visioni condivise e favorire la partecipazione degli attori coinvolti in progetti territoriali. Attraverso delle piattaforme di ricerca-educazione-azione, sperimenta nuovi modelli di governo dei territori e di accompagnamento al cambiamento (Master DNTR)
E' coinvolta anche in collaborazioni con agronomisti italiani e geografi canadesi nell'ambito di progetti sulla sostenibilità e l'agricoltura peri-urbana.
E' ricercatore associato alla La Chaire Desjardins en développement des petites collectivités,  Université du Québec en Abitibi-Témiscamingue

Attualmente è ricercatore invitato alla Scuola Superiore Sant’Anna de Pise – Institute of Life Sciences -

Dal 2004 ha avuto un'intensa attività editoriale, didattica, progettuale, convegnistica:
- UMR Métafort  -
Master DAIT (Développement et Aménagement Intégré des Territoires) Chaire UNESCO Paris -
- ANR DAUME : Durabilité des agricultures urbaines en Méditerranée -
- Ruragri TASTE: Towards A Smart Rural Europe -
- COST-Action Urban Agriculture Europe (UAE) -
- Diagnostic territorial : présentation et nouveaux apports de la recherch -
- ...

vedi anche - SylvieLardon-anglais-V3.pdf -



-

 Traccia della video-registrazione

(i numeri tra parentesi quadra indicano punti nella videoregistrazione)

[00.00] Daniele Balboni: introduzione all'evento e alla collaborazione che lo ha prodotto

[07.48Luca Carra: introduzione al tema affrontato
- cambio di paradigma? rivoluzione in atto?
- cosa ha caratterizzato in due parole la rivoluzione verde: tecnologie e industrializzazione per l'aumento delle rese agricole etc. Sistema probabilmente non più sostenibile.
- i grandi squilibri alimentari e ambientali
- il contributo dell'agricoltura all'aumento del gas serra e all'uso non sostenibile delle acque
- affidare il problema dell'alimentazione mondiale solo alle grandi commodities del grano, riso, mais? oppure favorire una maggiore diversità?


Gli ospiti dell'incontro si presentano e cominciano a dire come vedono questa grande trasformazione


[11.37]   Stefano Bocchi
- agronomo. L'agronomo ottimizza l'utilizzo delle risorse.
- agronomia classica: attenzione rivolta all'appezzamento, al massimo all'azienda. Poi negli ultimi 30-40 anni  l'agronomia è diventata territoriale.
- attualmente la Facoltà di Agraria ha intensificato il collegamenti con realtà di altre nazioni, dove la rivoluzione verde o non c'è stata o ha prodotto risultati negativi.
- Anni 80-90: viene introdotto il tema del rapporto città - campagna: ricerca, innovazione, approccio sistemico.


[15.10]   Claudia Sorlini
- Comitato scientifico per Expo 2015: oltre al Comune di Milano adesso c'è anche un rappresentante della Regione Lombardia, della Società Expo e del Padiglione Italia;
- E' importante che l'Expo 2015 sia un'occasione per sviluppare un discorso a tutto campo sull'alimentazione, per sviluppare una consapevolezza dei problemi alla base dell'alimentazione, ,molti dei quali nascenti e da affrontare e cercare di risolvere.
- i 7 temi dell'Expo


[19.38]   Elisabetta Lupotto
- di origine biologa, ha sempre lavorato sulle specie agrarie: in particolare sul frumento e su altri cereali.
- ha vissuto l'inizio delle biotecnologie vegetali, in laboratori del Belgio e al Max Planck Institut di Colonia negli anni '70, quando fu scoperto che un batterio del suolo poteva trasferire dei geni a una cellula vegetale cambiare e generare una trasformazione genetica vegetale.
- importanza della comprensione dei meccanismi con i quali il genoma di una pianta accetta ujn gene dall'esterno integrandolo nel proprio genoma. Mostruosità degli ogm?
- si è occupata anche di miglioramento genetico convenzionale
- riso: pianta che fa parte della nostra storia
- il dipartimento del CRA dove lavora ha 20 istituti di ricerca distruibuiti in tutta Iitalia.


[23.44]   Sylvie Lardon (traduzione in italiano a cura di Rita Ianniciello)
- geologa di formazione, si occupa di progetti territoriali su scala sia regionale che internazionale.
- pratiche degli attori territoriali, mettendo insieme ricerca e azione
- agricoltori, consumatori, gli enti locali
- importanza di mettere insieme attori che non la vedono allo stesso modo
- esempi di coesistenza di realtà che vanno dal giardino familiare e condiviso alle colture convenzionali
- a Pisa, dove sta passando un periodo di collaborazioni di ricerca, c'è grande diversificazione, anche rispetto a quanto avviene in Francia, ad esempio nella coesistenza tra filiere convenzionali e corte


[29.03]   Luca Carra introduce le 4 parole chiave "sostenibilità, biodiversità, ricerca e innovazione, attori territoriali"
- anche: diversità in generale


[31.50]   Stefano Bocchi
- definizione biodiversità e concetto di specie
- anni 80-90 la parola entra nel linguaggio comune (con Edward Wilson)
- poi nel 1992 con la Convenzione sulla diversità biologica di Rio de Janeiro si ragiona sulla biodiversità rendendosi conto della perdita non solo di specie sia selvatiche ma anche di quelle coltivate. Nel
- nel 1996 in una conferenza internazionale si mette in relazioni il rischio della perdita di sicurezza alimentare e della biodiversità, mettendo a fuoco il concetto di agrobiodiversità, che va al di là del concetto di numero di specie.
- qualche dato per farsi un'idea dei numeri in gioco: mezzo milione di piante conosciute; 1500, secondo alcuni 3000, quelle coltivate; 120 quelle di interesse nazionale; 15 quelle di interesse globale; 3 quelle che forniscono il 50% dell'alimentazione mondiale: frumento - riso - mais.
- perdita di conoscenze agronomiche, di aziende, di sensibilità dei cittadini
- 35.40 è possibile preservare la biodiversità? in situ e ex situ: polarizzazione
- si sono perse troppe aziende agricole negli ultimi 10 anni. Non solo per questioni di economie di scala
- creazione di distretti agricoli: aggregazione tra agricoltori, pur mantenendo la propria identità
- in Italia: perdita di terra coltivata e di sistemi per il governo delle acque.
- la dimensione media delle aziende agricole è troppo piccola


[41.34]   Claudia Sorlini
- l'allargamento delle città determina un consumo di terreno fertile, nonostante nei paesi sviluppati la popolazione aumenti poco.
- oltre alle questioni di un consumo sostenibile di acqua, di energia, c'è quello della produttività delle sementi.
- oggi, dopo 50 anni di rivoluzione verde, con l'utilizzo nel bene e nel male di tutti i prodotti chimici abbiamo triplicato la produzione dei cereali, quando la popolazione è solo raddoppiata. Quindi abbiamo ottenuto più del fabbisogno.
- perchè allora 1 miliardo soffre la fame: problemi di accesso al cibo, mancanza di soldi per acquistarlo. Problema  economico, politico, sociale. Nei paesi sviluppati l'agricoltura è sovvenzionata. Nei paesi poveri no.
- nel futuro sarà diverso: dal 2000-2010 la crescita della produzione agricola e alimentare è diminuita (nel primo decennio è stata del 10%, adesso cresce ancora meno) mentre la popolazione e la richiesta di alimenti aumenterà molto di più.
- è necessario trovare dei nuovi metodi per aumentare le produzioni: ad esempio con un minore consumo d'acqua, con nuove tecniche di irrigazione ma anche selezionando specie differenti resistenti alla siccità e che producono molecole bioattive che autodifendono la pianta.
- ridurre gli sprechi che attualmente sommano il 30% della produzione di cibi
- per comporre un quadro sostenibile sono importanti anche le produzioni di nicchia, come l'agricoltura biologica
- nota di ottimismo: molti giovani avviano con successo aziende agricole, riuscendo a gestire tutta la filiere dei loro prodotti e a stare sul mercato, senza ricorrere alla grande distribuzione. Anche questa una nicchia che sta crescendo. In Francia e negli Usa ci sono molti sistemi di questo tipo.


[53.10]   Luca Carra
- ruolo della ricerca. Non stiamo parlando anche di ogm?
- come si muove l'Italia?


[54.22]   Elisabetta Lupotto
- per affrontare il tema ogm è necessario essere rigorosamente scientifici.
- l'aumento della conoscenza porta a una capacità di intervento e di controllo dei problemi. In tutti i vari punti elencati da Claudia Sorlini è presente in qualche forma la ricerca scientifica.
- anche le varietà antiche di risi (ad esempio il Rosa Marchetti), che oggi si vogliono recuperare, sono derivati dalla selezione degli agricoltori secondo metodi scientifici, magari intuitivi ed empirici, ma che comunque prevedono un intevento dell'uomo sul genoma della pianta
- nel caso dei cereali il mais è quella più industriale, costruito dall'uomo con numerosissimi incroci e selezioni. Originale del centro-america aveva spighe di 5-10 cm mentre adesso sono di 30 cm.
- importanza di varietà con radici lunghe in caso di carenza di acqua
- è degli anni 50 la scoperta del fenomeno dell'eterosi e dell'incrocio tra varietà per averne di molto più produttive.
- il mais spinato di Gandino (Val Seriana) e dei prodotti alimentari derivati, esempio di prodotti di qualità e di nicchia che stanno bene sul mercato (a Gandino ci sono prodotti di ogni tipo fatti con esso) ma che ha una produttività  molto più bassa di quella necessaria per un consumo alimentare intensivo, oppure per l'alimentazione animale.
- le colture intensive, altamente produttive, gestibili a livello di campi estesissimi sono fondamentali e devono essere sostenibili, ambientalmente ed economicamente.
- storia degli incroci che hanno prodotto il "vialone nano veronese" (primo riso prodotto in Italia da incrocio di parentali, realizzato dalla 'Regia stazione sperimentale di risicoltura' nel 1926): altro esempio di coltivazione di elevata qualità, con caratteristiche di 'texture' eccellenti, come il carnaroli, e qualità organolettiche ottime. Ma è molto difficile da coltivare e per difenderlo dal brusone si devono utilizzare funghicidi molto potenti. Alcune varietà attuali hanno dei geni resistenti al brusone.

[1.08.28]  Sylvie Lardon
- a Pisa hanno studiato l'evoluzione dell'occupazione del suolo sull'area urbana della città e si sono accorti che c'è stata una perdita dell'11% degli spazi agrocoli ma solo il 3% derivante dall'urbanizzazione. Il resto è la conseguenza della perdita di aziende agricole (circa il 50%) e dell'abbandono di zone coltivabili.
- un dato non molto in linea con il fatto che il 2014 sarà l'anno dell'agricoltura familiare!
- perdita anche delle conoscenze di colture antiche.
- comunque sono in atto anche innovazioni si diversi fronti: sull'organizzazione, la commercializzazione, l'avvio di filiere brevi che prevedono la collaborazione diretta tra produttori e consumatori.
- per difendere la biodiversità c'è sempre più bisogno di costituire delle politiche mirate, favorendo le associazioni tra cittadini, mantenendo l'agricoltura all'interno del processo di urbanizzazione, adattandosi alle specificità del luogo.
- importanza della formazione e della conoscenza e comprensione reciproca.
- problemi di governance e di condivisione delle decisioni.


[1.18.40]    Interventi e domande


[1.18.40]   Michele Sacerdoti (presidente commissione agricoltura, commercio, attività produttive di zona 3).
- la zona 3 (che ha un numero di abitanti quanto la città di Bergamo) ha recentemente avviato molti mercati agricoli.
- domanda: è vero che il grano irradiato per avere maggiori percentuali di glutine e quindi una maggiore facilità di lavorazione dei derivati (pasta, pane) è alla base della diffusione dei problemi di celiachia?


[1.31.05]   intervento di una persona di un gas (gruppo di acquisto solidale) sul recente caso delle coltivazioni ogm in Friuli e sull'insufficienza in Italia della ricerca nel campo degli ogm e eccesso di attendismo.

Risposta EL:
- il mais Monsanto 810, nel quale è stato inserito nel genoma un gene per una proteina che la protegge dalla piralide, risulta avere un raccolto sano e produttivo. Viceversa gli attacchi della piralide producono sostanze tossiche e cancerogene, che possono rendere i prodotti non adatti neanche per l'alimentazione animale.
- da 8 anni la Spagna ha deciso che il territorio intorno alla Catalogna poteva essere coltivato a mais Monsanto 810.
- Importanza del favorire le produzioni sul proprio territorio, in periodi di instabilità dei mercati e di diffusione del fenomeno del land grabbing.
- il CRA fa monitoraggio di almento 400 centri di stoccaggio di mais nella pianura padana.
- l'anno 2012 per il nord Italia è stato pessimo: molto caldo e grandi variazioni termiche, fenomeni molto dannosi per le coltivazioni. Nel Piemonte è andata abbastanza bene, mendo in Lombardia e molto male nella parte nord est dell'Italia. Degli agricoltori locali hanno così deciso di sperimentare delle coltivazioni di mais Monsanto 810.
- il fatto che siano le Regioni a essere titolari di queste scelte comporta che nessuna voglia assumersi il rischio della decisione di autorizzare colture ogm.
- in Italia mancano norme per la coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e ogm.

Risposta SB:
- la rivoluzione verde, che ha avuto grandissimi risultati, si è basata principalmente sullo schema del miglioramento genetico per ottenere varietà più produttive o più resistenti. Però la spinta innovativa di questo schema logico si va esaurendo, come è stato messo in evidenza nell'intervento di CS. Anche perchè dove si usano gli ogm alcuni problemi che si pensavano di risolvere con il loro utilizzo sono invece aumentati, come nel caso delle microtossine.
- adesso il problema da affrontare è quello della scala aziendale e territoriale. Innovazione non di prodotto ma di sistema.


[1.46.08]  domanda di Alba L'Astorina del CNR
- quali sono degli esempi di ricerca scientifica che si incontra con le aziende agricole? al Cnr stanno affrontando un progetto UE su questi temi.

Risposta SB:
- cominciano a esserci numerose città nel mondo nel quale viene svolta la ricerca partecipata con il coinvolgimento di agricoltori per il trasferimento tecnologico.

Risposta EL:
- un esempio è il sistema Agritransfer del CRA, che ha creato delle comunità di pratica su piattaforme condivise con momenti di incontri su innovazioni varie. Ci sono delle giornate open day e un'interazione più continua su una piattaforma digitale.

Risposta SL:
- esperienza a Pisa con gli studenti univesitari che fanno le tesi insieme agli agricoltori

Risposta CS:
- è molto difficile trasferire la ricerca alle aziende, soprattutto se piccole. Le multinazionali invece contattano il ricercatore che ha fatto l'innovazione e acquistano i il prodotto: ci sono molti risultati che vanno e rimangono alle grandi aziende / multinazionali.







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